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Già in anni non allegri (il 1937 è l’anno dell’edizione originale), un politologo tedesco, Otto Vossler, guardava al caso del Ticino, “conteso” tra Italia e Svizzera, come a un caso singolare per capire il nazionalismo. Oggi, 1994, con l’esplosione di guerre tribali e il ritorno di fiamma del nazionalismo di varie specie, in genere perverse, il caso (o modello) “Svizzera” (e dentro il caso Svizzera il caso Ticino) diventa o pietra di inciampo o pietra di paragone o pietra angolare. Scrive nel 1937 il Vossler, in L’idea di nazione da Rousseau a Ranke (trad. it. Firenze, Sansoni, 1949, p. 5): “Allorquando sotto l’influenza della dottrina e dell’esercito della rivoluzione francese nacque la Repubblica Cisalpina, primo inconfutabile inizio di uno Stato italiano nazionale, i patrioti di Milano passarono immediatamente i confini del Canton Ticino per liberare i loro fratelli dal giogo svizzero ed invitarli ad unirsi a loro. I ticinesi però non la intesero così, impugnarono le armi e ricacciarono gli italiani. Il loro motto, che si legge ancor oggi sul monumento di Lugano, era: Liberi e Svizzeri o morte. Quale dei due popoli è il vero rappresentante del nazionalismo? Gli italiani che dicono: Siete italiani e dovete venire con noi, o gli Svizzeri che rispondono: Siamo svizzeri ed apparteniamo alla Svizzera?” Approssimazioni storiche a parte, il Vossler ne parla da politologo. Brenno Bertoni e Francesco Chiesa ne parlano, negli anni Venti, al tempo del fascismo rampante, sulla propria pelle. È l’argomento principale di questo carteggio tra due intellettuali: un politico e uno scrittore: tutti e due di parte liberale, cognati, con diversa, opposta concezione circa i fondamenti che fanno una nazione.

 

ISBN: 88.7795.087.0

Prezzo euro: 22

Collana: Collana di Lugano

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Anno: 1994

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  • ISBN : 88.7795.087.0
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  • Released : 1994

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