Nessuno nasce imparato

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Quando cerchi di afferrare una farfalla ti resta solo un po’ di polverina sulle dita e una farfalla morta in mano. Capita così quando pensi di poter insegnare. È la farfalla che si posa sulla tua mano, se vuole. È la persona che impara, se vuole.

Imparare, insegnare sono una sfida vitale.
Io imparo, io ti insegno. Due forme verbali semplici,
ma entrambe parziali.
Io imparo, ma non da solo.
Io ti insegno, ma è il soggetto attivo che impara.

Se vuoi farfalle devi piantare fiori e aspettare le farfalle.
Nelle aule, nei campi vacanza, negli ambulatori compaiono bruchi, mai farfalle. L’educatore deve allenare l’occhio a vedere nel bambino la farfalla che verrà. Il bambino capisce se lo vedi come bruco o come farfalla e si comporta di conseguenza. Poi, ogni tanto, i bruchi non diventano farfalle e alcune sono velenose. È un rischio frequente quando si entra in relazione con le persone. Si può cercare di eliminare il rischio rinchiudendoli in regolamenti e certifi-cazioni. Ma sarebbe come avere una farfalla in una bacheca, trafitta con una spilla. Morta.

Non è solo la relazione tra due persone: io imparo dalle circostanze
e dalle cose e non solo dalle persone. Inoltre le cose, e spesso le persone, ti insegnano senza averne l’intenzione e tu impari senza rendertene conto.
Si potrebbe dire così: le persone e le circostanze, anche senza volerlo, mi hanno permesso di imparare.

Dopo sessant’anni di riflessioni, cominciamo da qui.

 

ISBN: 978.88.7795.261.5

Prezzo: € – CHF. 10,00

Collana: Attualità e studi

 

 

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